Tutto quello che devi sapere per allestire un acquario marino

I PARTE

Allestire un acquario marino significa riprodurre un piccolo angolo di barriera corallina, un piccolo reef, nel proprio salotto: è il sogno di ogni acquariofilo!

Ma non tutti sanno che l’allestimento di un acquario richiede tempo e dedizione.

Infatti, prima di pensare a quali specie di pesci inserire nella vasca, è indispensabile considerare tutti i parametri tecnici e ambientali fondamentali per la loro sopravvivenza: dalla compatibilità tra specie differenti alle condizioni chimiche e fisiche dell’acqua.

Vediamoli insieme.

Il primo passo è la scelta della vasca in base allo spazio disponibile e alle specie che si vogliono allevare. Ce ne sono di diverse dimensioni. Per i principianti è consigliato l’utilizzo di vasche più grandi da almeno 150/200 litri. La vasca grande, infatti, non è sinonimo di difficoltà. L’acqua subisce cambiamenti chimici e fisici continui: ci vuole del tempo e soprattutto esperienza per imparare a gestire questi mutamenti. Una vasca più piccola potrebbe portare i pesci a percepire maggiormente questi cambiamenti, mentre uno spazio grande rende queste alterazioni meno influenti. Vasche molto piccole non sono adatte all’allevamento di molti pesci, ma ci si può divertire comunque con coralli non troppo complessi e qualche piccolo invertebrato come gamberetti, stelle, lumache e paguri.

È consigliabile posizionare la vasca lontana da fonti luminose, come ad esempio finestre e balconi, e da fonti di calore, come camini e termosifoni. L’acquario deve poggiare su di un supporto solido che sia ampio almeno quanto la base della vasca. Tra il supporto e il vetro di fondo deve essere posizionato un tappetino di pochi millimetri di materiale morbido, come ad esempio neoprene, che ha il compito di ammortizzare eventuali dislivelli che potrebbero con il tempo lesionare la vasca.

Alla vasca segue la scelta degli elementi tecnici necessari per ricreare un ambiente quanto più somigliante a quello presente in natura. Tra i più importanti ricordiamo lo schiumatoio (per estrarre le proteine dall’acqua), le pompe di movimento (per simulare le correnti marine), l’illuminazione (per ricreare il giusto fotoperiodo marino), e il termoriscaldatore/refrigeratore (per riscaldare e refrigerare l’acqua rispettivamente nel periodo invernale e estivo).

Esistono, inoltre, in commercio vasche marine più complesse che prevedono l’uso della Sump ossia una seconda vasca più piccola posta al di sotto della principale che funge da vano tecnico. Le due vasche vengono messe in comunicazione grazie a sistemi di carico/scarico e grazie all’uso di una pompa di risalita che ha il compito di immettere nella vasca principale l’acqua filtrata proveniente dalla Sump. È possibile collocare nella Sump la maggior parte della tecnica volta alla gestione di un acquario marino con il vantaggio di poter adoperare strumenti più performanti che, non essendo a vista, non hanno un impatto visivo negativo.

In base al metodo di gestione di un acquario marino (ed esempio berlinese o DSB) è di fondamentale importanza ragionare su che tipo di fondo adoperare ma soprattutto se utilizzarlo o meno. Approfondiremo nei prossimi articoli i metodi di gestione più utilizzati e i relativi vantaggi e svantaggi.

Continua a seguirci. Ti diamo appuntamento settimana prossima per la seconda parte dell’articolo.

Intanto, per avere maggiori informazioni in merito o se hai bisogno di una consulenza a domicilio, puoi rivolgerti agli esperti di acquariologia nei megastore Zoomiguana.

 

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