Pulitori, spazzini, aspiratutto. Sono alcuni dei nomignoli dati ad un gruppo variegato di pesci, a causa di alcuni comportamenti assunti in vasca.
Vediamo insieme quali sono i “pesci pulitori” più conosciuti, e sfatiamo i falsi miti che li riguardano.
Intanto iniziamo col dire che sono esseri viventi con delle esigenze specifiche in merito ad alimentazione, temperatura e ambiente, come tutti gli altri pesci.
- Ai pesci pulitori non va dato da mangiare, si nutrono da soli.
Primo mito da sfatare. A causa di questa credenza errata, molti dei cosiddetti “pesci pulitori” muoiono prematuramente perché non nutriti a sufficienza. Come qualsiasi altro pesce ha necessità di cibo. Anche se ingeriscono gli avanzi del cibo somministrato agli altri pesci e altri piccoli organismi presenti nel fondale, questi ultimi non bastano al loro sostentamento.
- I pesci pulitori sono coprofagi, cioè mangiano gli escrementi.
Niente di più falso. Questi pesci, come detto sopra, ingeriscono avanzi di cibo, alcuni organismi presenti in vasca (placton, alghe), ma non liberano l’acquario né dagli escrementi né da eventuali foglie presenti.
Pertanto, se avete tanti pesci, specie se vegetariani, dovrete occuparvi della pulizia del fondo: nessun pesce farà sparire gli escrementi.
- Tutti i pesci pulitori sono vegetariani.
Le varietà di pesci pulitori sono davvero tante, anche all’interno della stessa tipologia. Ogni varietà ha esigenze nutrizionali differenti.
La loro alimentazione prevede sia vegetali sia altri simili, come alghe, crostacei o lumachine.
- I pesci pulitori – ad esempio, quelli con bocca a ventosa – vengono inseriti in acquario esclusivamente come aspiratutto.
I pesci pulitori non sono degli attrezzi. Contribuiscono sì all’equilibrio dell’acquario, insieme ad altre specie, ma come tutti i pesci hanno un ciclo di vita e delle esigenze che vanno rispettate.
Avere, dunque, dei pesci pulitori in vasca non ci esonera dalla pulizia dell’acquario.
Inoltre, la bocca a ventosa di alcuni pesci pulitori (come il Gyrinocheilus o l’Ancistrus dolichopterus) non ha una funzione di ‘aspira-tutto’: questa particolare capacità di attaccarsi ovunque è in realtà un’arma di sopravvivenza. In natura, quando le correnti sono più forti, questi pesci hanno la possibilità di attaccarsi alle pietre, ai sassi e non essere trascinati via.
Scopriamo quali sono i “pesci pulitori” più conosciuti e le loro caratteristiche.
Il più comune “pesce pulitore” è sicuramente il Corydoras – anche chiamato “pulitore di fondo” per la sua abitudine di nuotare per la maggior parte del tempo, per l’appunto, sul fondo. Originario del Sud America, comprende diverse varietà, anche albine. Questo pesce è rispetto ad altri più longevo, basta tenere una temperatura sotto dei 25°C, non lasciarlo mai senza cibo. Sembra, infatti, essere di buon appetito.
Seguono quelli con la bocca a ventosa – anche chiamati “pulitori di vetro”.
Tra questi, il Gyrinocheilus che si nutre di alghe e può raggiungere i 15-18 cm. È davvero bello ammirarlo all’opera, quando inizia ad attaccarsi con la bocca a ventosa alle pareti vetrose dell’acquario.
Il Ancistrus dolichopterus può raggiungere una lunghezza di 13 cm, ed è un gran divoratore di alghe. Ha un corpo piatto da cui spuntano pinne ben sviluppate e una testa grossa decorata da strane escrescenze. Adora anche riposarsi in zone semibuie dell’acquario.
Un altro pesce pulitore di alghe è il Hypostomus plecostomus, della famiglia dei Loricaridi. Robusto e longevo, si muove soprattutto di notte in acqua a temperatura 20-28°C. Può raggiungere i 28 cm di lunghezza, per questo ha bisogno di una vasca sufficientemente grande.
Le varietà sono molteplici. Per questo consigliamo sempre di scegliere i pesci in base all’acquario e alle loro esigenze di spazio, valori dell’acqua e “compagni” di vasca.
Conoscere le caratteristiche e le esigenze degli esemplari ti aiuta a rispettarli.
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